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Champagne

STORIA, LUOGHI, INFORMAZIONI, CURIOSITA’

Lo Champagne è il miglior spumante al mondo? Difficile affermarlo con certezza: molto dipende dai gusti personali. Innegabile è la fama di cui gode, maturata nel corso dei secoli. Cerchiamo dunque di capire cosa renda questo vino un vero e proprio mito. Scopriamo la sua storia, i suoi luoghi e la sua gente. Incontriamo Dom Perignon, colui che è generalmente indicato come il suo inventore.

Champagne: Dom Perignon.

La storia dello Champagne.

Non si può illustrare la storia dello Chamapagne senza far riferimento a Dom Perignon. Come spesso accade quando si ha a che fare con personaggi entrati nel mito, le notizie riguardanti questo singolare personaggio possono non coincidere del tutto con la realtà dei fatti. Basti pensare che, tra le varie ipotesi avanzate, alcuni hanno suggerito che egli fosse un alchimista, cosa a dire il vero assai poco probabile. Nonostante l’evidente mancanza di fonti attendibili, si può comunque delineare, con un certo grado di approssimazione, la figura e la storia di colui che, ancora oggi, è da molti considerato il padre del celebre vino spumante.

 

L’incarico a Hautvillers
Nel 1668 il giovane monaco benedettino Pierre Perignon fu trasferito presso l’abbazia di Hautvillers, nel nord est della Francia. Tra i vari compiti che gli furono assegnati c’era quello di amministrare le vigne e la cantina della proprietà benedettina. Questa mansione probabilmente non gli fu affidata a caso, egli poteva infatti già vantare una lunga esperienza in materia dal momento che i suoi parenti erano produttori di vino e che lui, fin da bambino, aveva lavorato tra i filari di famiglia. Questa preziosa esperienza gli permise di svolgere il suo incarico con un ‘discreto’ successo.

Dom Perignon e la rifermentazione
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare considerando con chi si ha a che fare, recenti studi indicano che Dom Perignon, all’inizio della sua attività presso l’abbazia, si impegnò strenuamente per impedire, piuttosto che favorire, l’inizio della seconda fermentazione, così da evitarne i pericolosi inconvenienti. Un compito che pare gli fu assegnato dall’abate stesso, preoccupato per le esplosioni che mettevano a rischio l’incolumità delle sue bottiglie e dei monaci addetti alla cantina. Tali ricerche, oltre a dargli modo di bloccare il fenomeno, gli permisero in seguito di controllarlo, padroneggiandone i segreti. Grazie a queste conoscenze diventò un grandissimo esperto di spumantizzazione del vino tramite rifermentazione in bottiglia, procedura conosciuta anche come ‘metodo champenoise’ o ‘metodo classico’. Va comunque ricordato che la sua opera venne notevolmente facilitata dall’invenzione di bottiglie maggiormente resistenti e dall’uso di tappi in sughero.

 

Dom Perignon e la cuvèe dello Champagne
Messi da parte i falsi miti, si può affermare con una certa sicurezza che il vero talento di Dom Perignon consistesse nella sua innata capacità di riconoscere e capire le caratteristiche e la qualità delle diverse uve. Fu proprio questa sensibilità a permettergli di sperimentare e selezionare le grandi cuvée (*1) che hanno reso lo Champagne famoso in tutto il mondo. Va da sè che, in un certo senso, egli sia effettivamente il padre di questo vino. La sua figura viene ancora oggi celebrata: la famosa azienda Moet et Chandon di Epernay ha dato il suo nome a uno dei propri spumanti di maggiore fama.

 

Nota:
*1: Il termine francese ‘cuvèe’ ha diversi significati. In relazione allo Champagne indica una particolare miscela di vini destinati al processo di spumantizzazione.

Come si produce lo Champagne?

In quest’articolo viene spiegato in dettaglio il metodo di produzione dello Champagne. E’ possibile accedere ai contenuti cliccando su questo LINK.

Champagne in un quadro.

Champagne su tela.

Il quadro ‘Le Déjeuner d’huîtres’, realizzato dall’artista francese Jean-François de Troy nel 1735, racchiude una curiosità molto interessante in merito allo Champagne. Si tratta infatti del primo dipinto in cui vengono rappresentate alcune bottiglie di questo spumante. 

Guarda caso, il contesto raffigurato è un brindisi nel corso di una festa di nobili signori.
(Maggiori informazioni qui: Wikipedia Link).

Champagne: le uve.

Le zone di produzione.

Lo Champagne prende il suo nome dalla regione nel nord est della Francia in cui viene prodotto: un luogo incantevole, i cui dolci pendii ospitano gli ordinati filari che tanto ne caratterizzano il paesaggio. Vino e territorio formano un legame indissolubile: non è dunque un caso che uno Champagne, per poter essere definito tale, debba essere necessariamente prodotto in questa zona. Intendiamoci, non si tratta di una semplice formalità: la particolare natura dei terreni, la loro esposizione ed il clima locale (fattori del cosiddetto ‘terroir’), sono tutti elementi di fondamentale importanza che concorrono nel conferire alle uve le caratteristiche necessarie a realizzare uno spumante tanto speciale.


Diamo quindi una veloce occhiata alle zone di produzione più vaste e famose, approfondendo brevemente le caratteristiche di ciascuna di esse:

Montagne de Reims
‘Dolci pendii’ si è detto, senza peraltro sbagliare: questa zona infatti della ‘montagna’ porta solo il nome, essendo caratterizzata in gran parte da colline che non superano i trecento metri di altezza. Sui loro versanti si coltiva un pinot noir (pinot nero) di grande qualità.

 

Vallée de la Marne
Situata ai piedi della ‘Montagne’, la Vallée è senza dubbio la più vasta area di produzione d’uva nella regione. Il suolo è misto: si passa infatti da quello gessoso, al calcareo fino all’argilloso. Il vitigno più coltivato in questa zona è il pinot meunier.

 

Cote des Blancs
Il nome di questa zona è legato alla grande qualità delle sue uve a bacca bianca. Su tutte lo chardonnay, parte fondamentale di una grande cuvée.

 

Cote de Sézanne
Situata a sud della Cote des Blancs, la Cote de Sezanne si distingue per la produzione di pinot noir.

 

Aube
La zona, conosciuta anche come Cote de Bar, si trova poco più a sud dello splendido paese di Troyes. Qui un suolo prevalentemente calcareo-marnoso dà vita a ottimi pinot noir e chardonnay.

I bicchieri per lo Champagne.

I bicchieri per lo Champagne.

Nel corso degli anni si è sviluppato un discreto dibattito su quale possa essere il bicchiere più adatto per lo Champagne.

Nonostante si parli spesso della ‘coppa’ (una ‘coppa di Champagne’, appunto), gran parte degli esperti concorda nel sostenere che, per apprezzare al meglio questo vino, occorra invece far uso di un bicchiere dalla forma allungata, come la ‘flute’ o il ‘bicchiere a tulipano’.

Il petto della marchesa.

La coppa ed il seno della marchesa.

Sebbene il ‘flute’ sia largamente considerato il calice più adatto allo Champagne, in quanto permette di apprezzarne al meglio il fine perlage, questo spumante è spesso servito nella ‘coppa’.

Leggenda vuole che la forma del bicchiere sia stata ispirata dal seno di Madame de Pompadur, la bellissima amante di re Luigi XV di Francia, il famoso ‘Re Sole’.

Il contributo inglese alla nascita dello Champagne.

Il contributo inglese allo Champagne.

E’ sorprendente scoprire quanto antico sia il rapporto tra gli Inglesi e lo Champagne e quanto fondamentale sia stato il loro contributo nell’evoluzione di questo vino. Due personaggi vissuti tra il XVI e il XVII secolo furono particolarmente importanti in tal senso:

Cristopher Merret (1614 – 1695)
Nel 1662 lo scienziato inglese Cristopher Merret presentò alla Royal Society il trattato ‘Some Observations concerning the Ordering of Wines’, in cui per primo indicò il rapporto tra l’aggiunta di zucchero e l’avvio della seconda fermentazione. In sostanza egli teorizzò i fondamenti del ‘metodo champenoise’ diversi anni prima del lavoro di Dom Perignon.

Sir Robert Mansell (1573–1656)
Si deve a Sir Robert Mansell, Ammiraglio della Royal Navy e membro del parlamento inglese, la produzione su larga scala delle prime bottiglie in grado di sopportare la pressione dello Champagne. Il loro segreto risiedeva nella qualità del vetro, reso resistente dal calore dei forni a carbone, molto più performanti di quelli tradizionali che impiegavano la legna.

Champagne: abbinamenti.

Lo Champagne: gli abbinamenti.

Lo Champagne si può abbinare a numerose tipologie di cibo. Ad esempio, ben si presta ad accompagnare una preparazione a base di gamberi:

  • L’acidità e la sapidità bilanciano la tendenza dolce di questi crostacei.

Un altro ottimo abbinamento è quello con il Parmigiano Reggiano:

  • L’acidità bilancia la tendenza dolce del formaggio;
  • L’effervescenza e la sapidità ne bilanciano la grassezza;
La regione dello Champagne.

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